Monumenti

Catacomba di Santasavinilla

La catacomba di Santa Savinilla di Nepi è una delle più importanti dell’Italia centrale, distinguendosi per la sua monumentalità. Le gallerie, infatti, raggiungono l’altezza di circa 3.50 metri, del tutto inconsueta per una struttura di questo tipo. Al suo interno tombe “a mensa”, tombe “ad arcosolio”, “formae” pavimentali, nicchioni funerari e semplici loculi per un totale stimato a più di mille sepolcri. La tipologia delle sepolture, i dati epigrafici e l’analisi dei materiali ceramici rinvenuti permettono di datare il periodo di utilizzo della catacomba dall’inizio del IV  sino  alla metà del V secolo. Il monumento doveva ospitare al suo interno le tombe dei santi Tolomeo e Romano, martirizzati sotto l’imperatore Claudio il Gotico fra il 268 e il 270 d.C. e fatti seppellire dalla matrona Savinilla.

In età medievale sorse sul luogo una chiesa dedicata a San Tolomeo, poi demolita nell’anno 1540 a seguito della realizzazione delle mura fortificate della città. Secondo la tradizione locale la demolizione della chiesa portò alla riscoperta del cimitero sotterraneo ed al ritrovamento dei corpi dei Santi, dando, così, nuovo vigore al loro culto. Fra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 fu realizzato un nuovo edificio a protezione della catacomba, l’attuale chiesa di “San Tolomeo fuori le mura”, da cui è tuttora possibile accedere al monumento.

Forte dei Borgia e fortificazioni farnesiane

Il castello nella tradizione popolare ha assunto il nome di “Forte dei Borgia” essendo intimamente legato all’importante famiglia di origine catalana. Per lungo tempo di proprietà di Rodrigo Borgia, ospitò per un breve periodo anche la figlia Lucrezia divenuta nel 1499 “Signora di Nepi”. L’aspetto attuale della struttura è il risultato di sovrapposizioni che testimoniano della lunga continuità storica che caratterizza la cittadina di Nepi. Il nucleo originale della rocca, infatti, poggia le fondamenta su una fortificazione di epoca romana posta a difesa del lato occidentale dell’abitato e della principale porta di ingresso alla città.

Il fortilizio aveva un’estensione limitata sino alla seconda metà del ‘400, quando importanti modifiche furono apportate da Rodrigo Borgia. A lui si deve la costruzione della cinta perimetrale del castello difesa da quattro bastioni circolari angolari e la sistemazione del corpo centrale destinato a residenza. La funzione residenziale fu accentuata con l’edificazione di nuovi locali all’interno della corte  nella prima metà del ‘500. Con l’erezione della cinta muraria cittadina, fra il 1540 ed il 1545, ad opera dei Farnese, il “Forte dei Borgia“ divenne il nucleo di un complesso difensivo più ampio che si estendeva lungo tutto il perimetro occidentale della città. Le mura, progettate da Antonio da Sangallo il Giovane, costituiscono uno dei più importanti esempi di architettura militare del ‘500 in Italia.

Il castello, probabilmente danneggiato dall’incendio appiccato alla città dalle truppe francesi nel 1798, ha subito un progressivo degrado e solo di recente, al termine di un lungo lavoro di restauro, è stato restituito alla piena fruizione.

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Palazzo Comunale

La costruzione del Palazzo Comunale ebbe inizio nel dicembre del 1542. Il progetto originale, in passato erroneamente attribuito al Vignola, molto probabilmente fu redatto dall’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, in quegli anni molto attivo a Nepi. A dirigere i lavori furono chiamati gli architetti Benedetto Zaccagni, detto il Torchiarino, e Andrea da Fiorenzuola, con la supervisione di Giovanni Battista da Sangallo, fratello di Antonio.  La costruzione cinquecentesca comprendeva il piano terra, preceduto da un porticato, ed un primo piano sormontato da una torretta ospitante l’orologio e la campana civica.

Nel ‘700 iniziarono i lavori che portarono la costruzione ad assumere l’aspetto attuale. Dopo il rifacimento del tetto nel 1701, nell’anno 1727, a seguito della realizzazione dell’acquedotto destinato a portare l’acqua all’interno della città, il porticato del palazzo venne arricchito da una fontana disegnata dall’architetto Filippo Barigioni e scolpita da Francesco Pincellotti.

Nel 1744, su progetto dell’architetto Michele Locatelli, ripresero i lavori che portarono ad una sopraelevazione dell’edificio. Il primo piano fu caratterizzato inserendo nella facciata quattro finestre a edicola, dal timpano triangolare, ed una grande finestra centrale, sormontata da un arco, che si apre sul balcone. Dopo aver realizzato un secondo piano ed una stanza per l’orologio, il lavoro fu completato  con l’aggiunta della balaustra in peperino sul lato frontale.

Importanti lavori di restauro e di ristrutturazione degli ambienti interni del palazzo furono effettuati alla metà dell’800. Oltre agli interventi strutturali, nel 1869 fu terminato il rifacimento delle pitture che adornano la Sala Nobile del palazzo, unico ambiente che ancora  conserva la decorazione.

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Duomo

Secondo la tradizione locale il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, fu edificato sopra un tempio pagano. L’edificio visibile attualmente è il risultato di una serie rifacimenti che hanno interessato la struttura sino al secolo scorso.

Ad eccezione di alcuni elementi architettonici databili fra il VII ed il IX secolo, la  chiesa, infatti,  conserva strutture risalenti a non prima del XII secolo. A quest’epoca sono riferibili la splendida cripta ad oratorium e la parte inferiore del campanile.  La cripta, di forma rettangolare, è suddivisa in nove piccole navate separate da 24 colonne e presenta 3 absidi sulla parete di fondo.

Una epigrafe murata all’interno della chiesa ricorda, a conclusione dei lavori iniziati intorno alla metà del XII secolo, la consacrazione della cattedrale nell’anno 1266 da parte del vescovo Lorenzo. La struttura della chiesa, inizialmente a tre navate, fra  ‘500 e ‘600 fu sottoposta a vari interventi di restauro ed ampliamento. Dopo il 1680 iniziarono i lavori della sopraelevazione del Coro, seguiti dalla realizzazione della quarta navata.  Nel 1752 fu aggiunta la quinta navata.  La cattedrale subì gravi danni sul finire dell’anno 1798, quando, il giorno 2 dicembre, le truppe francesi incendiarono parte della città. L’opera di ricostruzione si deve al ad Anselmo Basilici, vescovo di Nepi dal 1818 al 1840.  Fra le opere di maggior pregio conservate all’interno del Duomo vi sono la decorazione scultorea dell’altare maggiore, opera scolpita da Ercole Ferrata  ed il trittico cinquecentesco, raffigurante Cristo e i Santi Tolomeo e Romano, posto in fondo al Coro.

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Chiesa di San Biagio

La chiesa di San Biagio è fra le più antiche di Nepi, essendo menzionata per la prima volta in un documento risalente all’anno 921.  All’epoca l’edificio era parte di un complesso benedettino dipendente dal monastero di San Ciriaco in Via Lata a Roma. Per lungo tempo abbandonata, la struttura è stata recuperata a seguito di un sapiente lavoro di restauro terminato nel 2002.

La chiesa si presenta ad un’unica aula. Sul lato sinistro del piano rialzato occupato dal presbiterio, è presente un ciborio dedicato a San Biagio ed affrescato con pitture della fine del XV secolo. L’abside reca affreschi di epoca diversa, i più antichi risalenti al XII  secolo.  Sotto il presbiterio c’è la bella cripta, impreziosita da due slanciate colonne di spoglio e decorata con affreschi del XIII secolo.

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Chiesa di San Tolomeo

La chiesa di San Tolomeo è sorta a seguito della demolizione, nel 1540, dell’omonima chiesa che sorgeva presso la catacomba.

Il progetto iniziale, redatto da Antonio da Sangallo il Giovane, prevedeva un imponente edificio dal corpo rettangolare, a tre navate, preceduto da un portico. La tribuna doveva essere di forma ottagonale con al centro un tempietto ottagono. I lavori furono iniziati nel 1543 e poi sospesi dopo la partenza da Nepi di Pier Luigi Farnese nel 1545. La costruzione riprese solo nel 1588 e terminò nel 1606, portando alla realizzazione di un edificio molto diverso da quello progettato inizialmente. Nella seconda metà dell’800, per iniziativa del frate Vincenzo Pistelli, la chiesa fu interessata da importanti lavori di ristrutturazione. Sul tetto a doppio spiovente fu eretta una cupola in corrispondenza della tribuna e l’abside da rettangolare fu trasformata in semicircolare. L’altare maggiore è arricchito dalla bella scultura di San Tolomeo, realizzata da Giovanni Francesco De Rossi nel 1664. All’interno della chiesa si trova il sepolcro di Cecilia Eusepi, beatificata il 17 giugno 2012.

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